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Ivo Barbaresi

 
PRESENTAZIONE
   Jesi 17/09/1915 - Firenze 24/07/1996
   
  BIOGRAFIA
 

Lo scultore Ivo Barbaresi e il fascino accattivante del figurativo di qualità

La notizia che presto una scultura dell’artista jesino Ivo Barbaresi (Jesi 17/09/1915-Firenze 24/07/1996) verrà collocata nel cortile del prestigioso  Palazzo Pitti, a Firenze, ha senz’altro del clamoroso. Anche perché di questo artista, fino a poco tempo fa si avevano pochissime notizie. Ricordo che me ne aveva parlato per  la prima volta Mario Pasquinelli, dopo l’uscita del dizionario degli artisti della Vallesina nel 2005; facendomi notare che Vito Barbaresi (Castelplanio 21/09/1907- Jesi 25/10/1993), di cui nel suddetto dizionario era stata inserita una brevissima scheda biografica in quanto abile scultore dilettane, aveva avuto un fratello minore, Ivo,  che proprio nel settore artistico aveva raggiunto una certa notorietà e un buon successo di mercato specialmente a Londra, dove era vissuto per qualche tempo. Lo stesso Pasquinelli mi accompagnò qualche giorno dopo dalla signora Serenella Barbaresi, nipote degli artisti, la quale gentilmente mi fornì le poche notizie a lei note sulla figura di Ivo, insieme a delle foto dell’artista e di alcuni suoi lavori. Da questo breve ma prezioso materiale e con l’ausilio di Internet, ha preso il via la ricerca che mi ha permesso, se non di ricostruire, almeno di individuare i fatti salienti relativi alla sua formazione artistica, alla sua carriera ed al successo raggiunto da alcune sue opere. Appurati i dati anagrafici, le altre scarsissime notizie ci dicono che Ivo Barbaresi ha appreso i primi rudimenti dell’arte dal fratello Vito, che fin dai primi anni ’30 era titolare di una bottega di intagliatore a Jesi, in Viale della Vittoria n°141. Dopo aver frequentato le scuole medie a Jesi, giovanissimo si trasferisce a Firenze, dove si  laurea presso la locale Accademia di Belle Arti, fissando in quella città la sua futura dimora. In questi anni di studio fu “apprezzatissimo” dal suo maestro, lo scultore Giuseppe Graziosi (1879-1942), ed è stato in stretti  rapporti con noti artisti e letterati del tempo, tra cui Ardengo Soffici e Ugo Ojetti. Della sua produzione giovanile si ricordano alcuni nudi molto ben modellati ( v. Fanciullo, 1935, bronzo, cm.47x21x30, propr. Antichità La Colonna, Lugano. v. Nudo, gesso trattato, h 150 cm, base 43x43,5 cm, propr. Sesart’s, Sabbio Chiese-BS) e dei ritratti eseguiti con rara maestria. Ma tutta la sua produzione artistica risulterà improntata ad un ideale estetico  esplicitamente ostile a qualsiasi tipo di modernità; come a voler riaffermare con forza tutta la concretezza e la bellezza di un’arte, la scultura, che proprio per sua natura prevalentemente “antropomorfa” non può fare a meno di confrontarsi con la tradizione classica-rinascimentale. E nella ferma convinzione che una pratica artistica così complessa richieda sempre e in ogni caso simultaneità di doti – intuizione, tecnica, sensibilità – per ottenere buoni livelli qualitativi. Al 1945 risale il suo primo successo artistico: il 3° premio al concorso per la statua dell’Elettrice Palatina, M.Luisa de’ Medici (figura di sovrana particolarmente amata dai fiorentini per aver stipulato il cosiddetto “patto di famiglia”, che ha permesso a Firenze di non perdere nessuna opera d’arte appartenuta ai Medici). E proprio questa statua, un originale in gesso, regalata dallo stesso autore in tarda età insieme ad altri gessi alla signora Fiorenza Bartolozzi, è stata da quest’ultima donata, con grande generosità, a Palazzo Pitti.  Nel 1951, Ivo Barbaresi (con l’architetto Domenico Cardini) partecipa al Concorso Nazionale per il Monumento-ricordo a Pinocchio, da collocare in un terreno a Collodi. Fra gli 84 bozzetti presentati,  risulteranno vincitori quelli di  Emilio Greco e di altri tre artisti fiorentini, ma il plastico (disperso) della coppia Barbaresi-Cardini, insieme a pochi altri, fu ritenuto meritevole di segnalazione per “l’elevato valore artistico”. Ivo Barbaresi, in quanto abile disegnatore, non didegnò neppure la pittura. Un suo dipinto, La Circoncisione di Cristo, (copia da Mantegna) 1953, olio su tavola, cm. 121x62, è tuttora di proprietà di una galleria d’arte inglese. E sarà proprio questa sua grande dote disegnativa a convincere Salvatore Ferragamo, fondatore dell’omonima prestigiosa ditta fiorentina di alta moda, che all’epoca confezionava scarpe su misura per le dive di Hollywood (Salvatore vantava amicizie del calibro di Greta Garbo, Audrey Hepburn e Marilyn Monroe), a commissionargli, nel 1969, il progetto di un “tacco per scarpe da signora” (U.S. Patent Office. Patent (brevetto) n° D216664). Il nostro artista visse anche momenti di grande difficoltà economica, specie a metà degli anni sessanta, dopo che l’alluvione fiorentina del 1966 ebbe devastato il suo studio in Piazza Donatello, distruggendo molti lavori. Ma seppe riprendersi. Ivo Barbaresi fu “artista autentico, modellatore bravissimo e di temperamento tanto indipendente da eclissarsi volontariamente perché in disaccordo con la così detta arte moderna”. Motivo per cui preferì sempre più spesso lavorare per una committenza privata che condividesse il suo ideale artistico. Non disdegnando, tuttavia, i riconoscimenti pubblici che gli potevano derivare  dalla sua attività di artista. Come quando, nel 1990, venne nominato Accademico corrispondente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Sarà lui stesso, in una lettera indirizzata al presidente dell’Accademia, prof. Luigi Ferroni, a dichiarare: “L’onorevole titolo, inaspettato, mi è stato molto gradito. Ringrazio dell’iniziativa che premia questa mia vita sempre dedicata all’Arte”.
Il 17 Febbraio 2013, in occasione della commemorazione di Maria Luisa de’ Medici (Elettrice Palatina), verrà esposta al pubblico, nella sua nuova sede permanente di Palazzo Pitti a Firenze, la statua dell’Elettrice Palatina scolpita da Ivo Barbaresi nel 1945. 

 

   
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