Nella mia casa, rione S.
Pietro, si è sempre respirato aria di musica, sia perché
siamo stati quasi i primi a essere muniti di un
apparecchio radiofonico, sia perché mia madre cantava
spesso vecchie canzoni popolari ed era bravissima negli
stornelli a dispetto improvvisati al momento.
Nel 1954 si ballava di domenica pomeriggio nei locali
della sede del Partito Liberale con i dischi del
momento, mentre nella sala che dava sul Corso Matteotti
suonavano i Lucio’s Boys. Ricordo che entravo spesso ad
ascoltarli prima che terminassero di suonare, attratto
anche da quella strana chitarra di Giorgio Gigli con la
paletta a riccio.
Nel 1955 mi iscrissi alla scuola “Anzaghi” per un corso
di chitarra classica della durata di due anni,
sostenendo anche un esame al conservatorio Rossini di
Pesaro.
Dopo aver smesso gli studi di avviamento professionale,
andai a lavorare in una bottega da falegname, dove da
provetto liutaio, dalla chitarra con cui andavo a
lezione ne ricavai due elettriche, una nera per me e una
per l’amico elettrotecnico Lazzaro Santoni, che mi diede
in cambio un amplificatore da lui costruito.
A quell’epoca, anni ‘50, per radio Vittorio Zivelli
trasmetteva il programma “il Discobolo”, che mi
permetteva di ascoltare le ultime novità musicali,
specialmente quelle relative agli americani Champs e
agli inglesi Shadows. Comprai presto un giradischi per
tirar giù gli accordi di quelle canzoni e imparare più
velocemente quegli assoli di chitarra che spesso mi
tenevano impegnato anche il sabato e la domenica.
Nel frattempo mi contattò Ranieri Riccione, un
fisarmonicista di Monsano, per formare un piccolo gruppo
musicale. Provavamo di sera due volte alla settimana e
dovevo quindi recarmi ogni volta a casa sua con la
corriera, per poi ritornare il mattino successivo e
recarmi al lavoro.
Erano nati "The Lords" e le prime esperienze furono nelle aie di case coloniche,
dove venivano eseguiti i pezzi più in voga del momento.
Il gruppo era così formato:
Ranieri Riccione (fisa), Franco Moretti (basso), Armando
Zappi (batteria) e io alla chitarra. Presto si aggiunse il sassofonista Paolo Romanelli, mentre io presi in dotazione una nuova
chitarra, la Meazzi mod. Hollw Body con ampl. Davoli. Fu
l’inizio della stagione presso il dancing all’aperto “da
Carola”, dove per circa tre anni suonammo tutti i
pomeriggi estivi della domenica.
Successivamente con il maestro Celestino Castellani di
Ancona iniziò una collaborazione per diverse serate nei
locali più importanti di Ancona. Dopo altre due
sostituzioni dovute agli inserimenti di Valerio
Galavotti al sassofono e Florindo Nicoletti alla
batteria, con il maestro Castellani ci recammo presso la
casa discografica di Carlo Alberto Rossi in Milano per
registrare un 45 giri.
Nell’arco di sei anni con I Lords
suonammo nei vari teatri della zona (Pergolesi di Jesi,
Gentile di Fabriano, Cingoli, Urbino, Montemarciano,
Osimo), al Cavalieri Hilton di Roma, intere stagioni
estive alla Marinella (Marzocca), all’Escorial, al
Garden di Marotta, al Ragno d’Oro di Cingoli, al Gatto
Verde di Cupramontana, alle Terme di S. Vittore,
accompagnando a volte anche delle cantanti del posto
come Luana Torelli, Rossella Santo, Annarita Spinaci,
Anna Maria Grati (“la Patti Pravo” locale). Ci furono
anche dei provini alla Ricordi di Milano e alla RCA di
Roma, dove trovammo i Rokes in sala prove.
Tra le tante serate e manifestazioni ricordo quelle con
i cantanti Little Tony, Sergio Endrigo, Edoardo
Vianello, Jimmy Fontana, Betty Curtis, Wilma de Angelis,
Giorgio Gaber, Lara St. Paul (allora Tanya), New Trolls,
Johnny Dorelli, alcune al Palazzetto dello Sport di
Milano, a Padova, Trieste, Firenze, Ancona, Taranto.
Nell’estate 1965, dopo aver terminato la stagione estiva
al Bel Sit di Scapezzano di Senigallia, dove si suonava
tutte le sere, tramite un impresario di Pesaro partimmo
per Francoforte con un contratto di tre mesi nel miglior
night club “Haus Imperial” in Germania, dopodiché
dovemmo rientrare per motivi di leva del tastierista. Si
cercò un sostituto per poter ripartire all’estero, ma
sopraggiunsero difficoltà e il complesso chiuse il sui
ciclo. Il sassofonista Valerio Galavotti partì per Roma
e andò a suonare con Little Tony, Mario Zelinotti,
Marcella, Cocciante, Renato Zero, Pippo Caruso,
partecipando anche a trasmissioni televisive come
“Domenica in” e “Una Rotonda sul Mare 1-2” con Alberto
Radius.
Nel 1966 fui contattato dall’impresario Giorgio Galeazzi
per un ingaggio di tre mesi come chitarrista al Night
“Il Passetto” con un gruppo napoletano-romano. In quel
periodo venivo spesso chiamato a sostituire chitarristi
dei vari complessi locali tra cui i Devils di Jesi con
cui poi si costituì anche un sottogruppo composto da
Leonardo Marani, Rodolfo Magini, Veniero Mancinelli e il
sottoscritto per accompagnare i mini-cantanti nei
piccoli festival locali.
In attesa di una chiamata, che
non venne, per prendere il posto di un chitarrista
uscente da un complesso locale, venni contattato da
Sandro D’Ascanio per formare un nuovo gruppo a cui diedi
il nome “The Killers”. Si suonava al CAI di Jesi e
spesso con noi cantava Pat Capogrossi. La formazione era
composta da Mario Filonzi (sax e clarino), Sandro D’Ascanio
(tastiere e chitarra), Carlo Cecchi (batteria), Larvito Liberti (basso)
e il sottoscritto
(chitarra solista). Anche qui cambio di elementi e nuovo
nome, “La Nuova Strada”, con la partenza di D’Ascanio e
l’entrata di Ranieri Riccione e Giuliano Giuliani.
Dopo tre anni di CAI dove suonavo tutte le domeniche
pomeriggio, con alcuni elementi formai un nuovo gruppo
per la stagione estiva al Kursal di Porto Recanati,
suonando tutte le sere con Pat Capogrossi (cantante),
Paolo Romanelli (sax), Carlo Cecchi (batteria), Larvito
Liberti (basso). Con la nuova entrata di Gino Romiti
alla chitarra, tornai al canto: era il momento dei brani
dei New Trolls e si facevano serate estive al Duende di
Falconara.
In seguito ci fu un altro gruppo con alla chitarra
Giuliano Lancioni (ex Devils) e ancora altre serate,
fino a che, a causa del terremoto del 1972, non avemmo
più locali per provare e finimmo il nostro ciclo.
Nel 1977 entrai come cantante nel gruppo “The Seven
Group” composto da Mario Filonzi (sax e clarino), Rolando Fiordelmondo (tromba), Marino Carotti (chitarra),
Augusto Fantini (batteria), Riccardo Ronci (basso),
Roberto Montanari (tastiere), mentre erano fuorusciti
Gianni Napoleone (basso) e Antonio Cardinali (tastiere).
Il gruppo aveva da poco terminato la stagione invernale
al CAI di Jesi, dove ogni sabato sera veniva organizzato
un veglione con un'attrazione cabarettistica finale. Ci
furono serate al Circolo Cittadino di Jesi e in altri
locali della zona con un repertorio costituito
prevalentemente da classici americani di Glenn
Miller, Cole Porter, Duke Ellington ed Erroll Garner.
Nel 1979 entrai nell’orchestra di liscio “Gli Amici del
Folklore” di Chiaravalle. Dopo due anni di liscio (tanti
per me) smisi fino al 1986, anno in cui Massimo
Marcelloni mi chiamò per sostituire alla chitarra mio
nipote Miro Palombini, che doveva lasciare per motivi di
lavoro. All’orchestra nascente diedi il nome di
“Magazine”, formata da: Marcello Moscoloni (chitarra
basso), Massimo Marcelloni (sax), Roberto Goffi (sax),
Manolo Rango (tromba), Michele Panigoni (batteria),
Paolo Saturni (tastiere), Patrizia Giardini (cantante) e
il sottoscritto (chitarra e canto). Anche qui tra sagre
paesane, serate e veglioni, gli impegni non mancarono.
Raggiunto il livello in cui tra musicisti basta un
cenno, uno sguardo per capirsi al volo, dopo sei anni
sopraggiunsero i primi scricchiolii, le prime avvisaglie
di rottura e nel 1995 da otto elementi I Magazine si
ritrovarono in cinque, poi ancora in tre acquisendo il
nuovo nome “Magazine Orchestra”.
Altre uscite e new entry, poi nel 1999 la chiusura
definitiva.
Il resto è storia recente e mi vede in collaborazione
con Roberto Cardinali (Bob), un sodalizio nato nel 2004
da una frase buttata là per caso: Il Duo Magazine. Ogni
tanto si suona, ma soprattutto si va d’accordo, e
in piena armonia si decide insieme quali brani devono
esser fatti da entrambi in ogni serata.
Ultimamente ho inciso un CD (home recording), non per
ambizione, visto che alcuni pezzi risalgono al 2002, ma
soltanto per la soddisfazione di far rimanere qualcosa
su un supporto digitale, dopo tanti anni dedicati con
passione alla musica.
Aldo Romagnoli |